Una nuova disciplina per il lavoro occasionale e un nuovo strumento per regolamentare il lavoro in ambito familiare. Il dopo-voucher comincia a prendere forma, e lo fa con la Manovra correttiva 2017, che riscrive la disciplina dei buoni lavoro. Allo stato attuale la manovra ha ottenuto il via libera dalla Camera e si attende il passaggio al Senato per l’approvazione definitiva.
Sul fronte del dopo-voucher la manovra segue due filoni: quello delle famiglie e quello delle imprese.
FAMIGLIE – Per l’ambito familiare è previsto un “libretto” telematico, nominativo e prefinanziato, acquistabile sulla piattaforma on-line dell’Inps. Con il “Libretto Famiglia” è possibile pagare prestazioni occasionali che si sostanziano in piccoli lavori domestici. Tra questi, giardinaggio, pulizia e manutenzione, assistenza domiciliare per bambini e anziani, malati e disabili, insegnamento privato.
Dal punto di vista pratico, il “libretto” prevede tagliandi telematici del valore di 10 euro l’ora e i contributi – rispetto alle imprese – sono ridotti al 13%. E’ stabilito un tetto massimo di 2.500 euro annui per ogni lavoratore.
IMPRESE – Per le piccole imprese, i professionisti e la Pubblica amministrazione, la Manovra rivisita il contratto di prestazione occasionale, puntando alla semplificazione. Non potranno ricorrere al “nuovo” contratto di prestazione occasionale le aziende con oltre 5 dipendenti a tempo indeterminato, le aziende del settore edilizio e quelle esecutrici di appalti.
In agricoltura i nuovi contratti saranno possibili solo per pensionati, studenti e disoccupati. La pubblica amministrazione potrà ricorrere al nuovo strumento esclusivamente per necessità temporanee (eventi o manifestazioni), o eccezionali (ad esempio calamità naturali).
Cambiano notevolmente, rispetto ai voucher, i tetti di utilizzo. Per il “nuovo” lavoro occasionale è previsto un limite massimo valido tanto per il datore di lavoro quanto per il lavoratore. In concreto, non potranno essere richieste e tantomeno effettuate prestazioni per un valore superiore ai 5.000 euro l’anno.