Dal 2008 al 2015 oltre 500.000 italiani trasferiti all’estero

Dal 2008 al 2015 sono stati oltre 500 mila gli italiani che si sono cancellati dall’anagrafe per trasferirsi all’estero. Tra le destinazioni dei nuovi emigrati italiani, la Germania occupa il primo posto. Seguono Regno Unito e Francia. Sono invece quasi 300 mila gli stranieri, in particolare provenienti dai Paesi dell’Est, che in questi anni sono tornati alla loro terra di origine non riuscendo a trovare opportunità in Italia.

I dati emergono da una indagine condotta dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro: “Il lavoro dove c’è. Un’analisi degli spostamenti per motivi di lavoro negli anni della crisi”.
Nel rapporto, presentato il 21 giugno a Roma, vengono esaminati i cambi di residenza e i comportamenti degli italiani partendo dalla crisi del 2008. “L’indagine – informa l’Ufficio stampa dell’Ordine dei Consulenti – presenta e chiarisce gli aspetti di un altro fenomeno, per certi versi altrettanto significativo del trasferimento all’estero, ma spesso meno considerato: l’emigrazione interna tra le regioni”.

 DA UNA REGIONE ALL’ALTRA  – Dal rapporto si evince ad esempio “che tra il 2008 ed il 2015 più di 380 mila italiani si sono trasferiti da una regione del Sud in un altro territorio del Centro o del Nord Italia”.
“Si tratta principalmente di lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più – osservano i Consulenti –. È facile notare anche come il lavoro nelle città di residenza sia diminuito in questi anni e come le opportunità di lavoro siano distribuite in modo diverso da territorio a territorio. Lavorare nel comune di residenza sembra, infatti, un privilegio riservato agli occupati tra i 15 ed i 64 anni residenti in 13 grandi comuni con oltre 250 mila abitanti. Inoltre, più di un occupato su dieci lavora in una provincia diversa da quella di residenza”.

 L’OCCUPAZIONE AL NORD E AL SUD  – La fotografia emersa dall’indagine conferma peraltro quanto già rilevato dallo stesso Osservatorio nel rapporto annuale sulle dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane: le possibilità occupazionali si differenziano enormemente da Nord a Sud. Si passa, infatti, da un tasso di occupazione del 37% nella provincia di Reggio Calabria ad un tasso del 72% nella provincia di Bolzano.

 MILANO AL CENTRO DI TUTTO  – Importante è il capitolo dedicato al pendolarismo quotidiano ed interprovinciale, “che incide fortemente sullo stipendio, la soddisfazione dei lavoratori e la qualità della vita”. Ebbene, dal rapporto emerge, ad esempio, “che Milano per le sue brevi distanze, l’intensità delle occasioni di lavoro ed i servizi di trasporto efficienti è l’epicentro degli spostamenti interprovinciali in Italia”.
Il capoluogo lombardo, infatti, “è presente fra le province di destinazione o di partenza degli occupati pendolari in ben 6 delle 10 principali tratte”.

QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’INDAGINE