Stage, tirocini e apprendistato: la “fotografia” dell’Istat

In Italia, nel secondo trimestre del 2016, il 25,8% dei diplomati e il 36,1% dei laureati hanno effettuato stage, tirocini o apprendistati nell’ambito del programma di istruzione. A rendere noto il dato è l’Istat, che ha recentemente presentato gli esiti di un approfondimento tematico condotto nel contesto della Rilevazione sulle Forze di Lavoro.

L’approfondimento è relativo ai percorsi formativi e ai processi di inserimento lavorativo dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Il dato di partenza è il numero complessivo di giovani: nel secondo trimestre del 2016 l’Istat ha rilevato che i ragazzi tra i 15 e i 34 anni sono 12 milioni 681 mila. Rappresentano il 21% della popolazione residente in Italia.

“Il 40% dei diplomati e il 60% dei laureati – osserva l’Istituto nel suo rapporto – hanno avuto almeno un’esperienza di lavoro durante l’ultimo corso di studio. La maggioranza di queste esperienze è stata parte del corso di studio: il 25,8% dei diplomati e il 36,1% dei laureati hanno effettuato stage, tirocini o apprendistati all’interno del programma di istruzione”.

Sono invece, sempre secondo le stime Istat, 8 milioni e 10 mila (ossia il 63,2% dei 15-34enni), i giovani fuori dal sistema di istruzione formale. Tra questi il livello di istruzione è più alto tra le donne, tra i residenti nel Centro-Nord e tra coloro che provengono da famiglie con più elevati titoli di studio.
A seguito del conseguimento del titolo di studio, informa l’Istituto, “il 14,2% dei giovani usciti dal sistema di istruzione ha iniziato un altro corso di studi, poi interrotto”.

Prosegue l’Istat: “Soltanto l’11,9% dei giovani ha ricevuto, nel 2015 una qualche forma di aiuto nella ricerca di lavoro da parte di una istituzione pubblica: il 13,8% degli occupati che hanno iniziato un lavoro negli ultimi 12 mesi, il 15,1% dei disoccupati e il 6,5% della forza di lavoro potenziale”.

Dalla rilevazione emerge poi che “quattro giovani disoccupati su 10, soprattutto laureati, sarebbero disponibili a trasferire per motivi di lavoro la loro residenza. A parità di livello di istruzione, le maggiori disponibilità a traslocare, anche all’estero, si riscontrano in giovani provenienti da ambienti familiari culturalmente più elevati”.
Quattro giovani occupati su 10, informa l’Istat, hanno trovato lavoro attraverso la segnalazione di parenti, amici o conoscenti. Tra i laureati, invece, crescono di molto le possibilità di trovare lavoro attraverso altri canali.

Riguardo al periodo post-formazione, “tra i giovani usciti dal percorso educativo il tasso di occupazione è al 60% e cresce all’aumentare del livello di istruzione: 47,4% per chi ha un titolo di studio basso, 63,0% per i diplomati, 71,7% per i laureati”.

Interessante anche il dato relativo alle tipologie lavorative. Secondo la rilevazione, “Ha un lavoro a termine oltre un giovane su quattro. Tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell’ultimo biennio (II trim 2014 – II trim 2016) la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7% per i laureati e del 64,4% per i diplomati. All’aumentare dell’età i giovani occupati in lavori temporanei passano dal 66,6% dei 15-19enni fino al 15,3% dei 30-34enni”.

Inoltre, “un giovane occupato su quattro lavora a orario ridotto, nella maggioranza dei casi per l’impossibilità di trovare un’occupazione a tempo pieno”.

Piuttosto sorprendente il dato conclusivo fornito dall’Istat: “Il 41% dei diplomati e il 31,4% dei laureati, infine, dichiarano che per svolgere adeguatamente il proprio lavoro sarebbe sufficiente un più basso livello di istruzione rispetto a quello posseduto”.

QUI IL DOCUMENTO DELL’ISTAT