Incentivi assunzioni: esonero del 50% dei contributi

Nell’ambito del disegno della Legge di Bilancio 2018, licenziato dal Consiglio dei Ministri e presentato al Senato il 30 ottobre, sono previsti incentivi importanti per i datori di lavoro che intendono assumere.

In estrema sintesi, le agevolazioni riguardano le assunzioni di lavoratori di età inferiore ai 30 anni (35 anni se l’assunzione è effettuata nel corso del 2018), e comportano l’esonero triennale del 50% dei contributi dovuti all’INPS entro il limite di 3.000 euro annui.

 

 QUALI ASSUNZIONI  – Attenzione, però: l’incentivo si applica in caso di assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti ed è limitato ai giovani che non sono stati occupati a tempo indeterminato con lo stesso o con altro datore di lavoro, fatta salva l’ipotesi di utilizzo parziale dell’incentivo.

In quest’ultima ipotesi, se il lavoratore è stato assunto per la prima volta con contratto a tempo indeterminato agevolato (ai sensi della Legge di Bilancio 2018) per un periodo inferiore a 36 mesi e di conseguenza l’agevolazione è stata utilizzata parzialmente, una successiva assunzione consentirà esclusivamente all’altro datore di lavoro che assume il giovane, la fruizione del beneficio residuo.

Per fruire dell’incentivo, in questo particolare caso, saranno necessari tutti i requisiti previsti con esclusione dell’età anagrafica del lavoratore alla data della nuova assunzione, e del requisito di non aver svolto già attività con contratto a tempo indeterminato con altro datore di lavoro.

 

 INCENTIVO STRUTTURALE  – L’agevolazione è definita nella Legge di Bilancio come “Incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile”, poiché non è prevista una scadenza. Di conseguenza, le assunzioni che verranno effettuate dal 1° gennaio 2018 in avanti, garantiranno al datore l’esonero del 50 per cento dei contributi previdenziali a suo carico, con esclusione di premi e contributi dovuti all’INAIL.

 

 TETTO MASSIMO  – La Legge di Bilancio fissa un tetto massimo all’incentivo. Tale tetto è pari a 3.000 euro annui, riparametrato e applicato su base mensile. In altre parole, per un rapporto di lavoro a tempo pieno, ogni mese si potrà beneficiare di 250 euro di agevolazione. Eventuali eccedenze potranno essere recuperate nei mesi successivi, laddove vi sia capienza, e in ogni caso nel limite annuo di 3.000 euro.

Nell’ipotesi di contratto a tempo parziale il limite dovrà essere proporzionato tenendo conto dell’orario settimanale previsto dal contratto individuale rispetto al normale orario di lavoro indicato dal contratto collettivo per un lavoratore a tempo pieno.

Resta comunque ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Il lavoratore, dunque, non subirà conseguenze per quanto concerne i contributi che andranno a incrementare il montante contributivo e che saranno finanziati da risorse pubbliche.