Decreto Dignità, dati Inps: crollano le assunzioni a tempo determinato

Primi effetti del Decreto Dignità, in vigore dal 14 luglio. A scattare la “fotografia” dell’evolversi dei contratti a termine, profondamente modificati dal nuovo provvedimento, è l’Inps. Ebbene, in base ai dati rilevati dall’Istituto, nel primo mese di applicazione del Decreto Dignità, convertito con la legge 96/2018, sono crollate le attivazioni dei contratti a tempo determinato. A luglio sono stati siglati 310.838 rapporti a termine, mentre ad agosto si è scesi a 165.998.

In aumento, sempre in base alle rilevazioni Inps, le trasformazioni di contratti in essere a tempo determinato. Ad agosto sono stati infatti stabilizzati 35.516 rapporti. Complessivamente, nei primi otto mesi dell’anno in corso si è saliti a +119mila contratti convertiti a tempo indeterminato, (+62,5% rispetto a gennaio-agosto 2017).

Emerge in particolare che la stretta sui contratti a tempo e il ritardo nell’introduzione della disciplina transitoria (avvenuta in un secondo momento in sede parlamentare) hanno disorientato i datori di lavoro. Gli imprenditori in sostanza hanno adottato maggiore prudenza nell’utilizzo dei rapporti a tempo determinato.
Non a caso, ad agosto, il saldo tra attivazioni e cessazioni dei contratti a termine è risultato negativo (-94.374) per la prima volta dall’inizio del 2018.

Risulta in calo, però, anche la variazione netta dei contratti a tempo indeterminato (-7.145 unità). Il dato evidenzia una prima reazione cauta delle imprese legata al contestuale rincaro del 50% degli indennizzi nei casi di licenziamenti illegittimi nell’ambito delle tutele crescenti.

La crescita delle “stabilizzazioni”, ipotizza il Sole 24 Ore “probabilmente riguarda i rapporti a termine in corso di più lunga durata: in questi casi, se c’è necessità, l’impresa ha ritenuto più conveniente confermare a tempo indeterminato la risorsa, anziché rischiare l’applicazione delle nuove e più stringenti regole”.

Ad agosto si è inoltre confermato lo scarso traino dell’incentivo under35: i contratti stabili agevolati sono stati solo 6.707 (da gennaio, 78.287).

Riguardo alla cassa integrazione, il dato Inps riferito al mese di settembre evidenzia un forte calo: -44,18% sull’anno. “Qui – osserva il Sole 24 Ore – si scontano le durate limitate e gli aggravi di costo a carico delle imprese introdotte con il Jobs act”.

Infine, prosegue la crescita delle domande di disoccupazione (Naspi): ad agosto sono state registrate 114.925 istanze, vale a dire + 8,5% rispetto alle domande rilevate nell’agosto 2017.