Contratti a termine: l’azienda deve tenere lo “storico” di tutte le assunzioni

L’imprenditore deve “storicizzare” tutti i rapporti di lavoro con contratto a tempo determinato ai quali ricorre durante l’intera vita aziendale. Il datore di lavoro, in altre parole, deve tenere nota di tutti i contratti a termine stipulati dalla sua azienda, così da poter individuare i nomi di tutti i dipendenti che ha avuto in forze presso la sua impresa a tempo determinato in qualsiasi momento.

La necessità della “storicizzazione” deriva dalle nuove regole sui contratti a termine, approvate con l’entrata in vigore del “Decreto Dignità” (Legge 96/2018), ed è un elemento di fondamentale importanza del quale sino ad oggi si è parlato ben poco.

La nuova normativa sui contratti a tempo determinato prevede infatti dei limiti ben precisi, sia per quanto riguarda la durata (senza causale si può arrivare a 12 mesi; con una delle causali previste dalla legge si può invece arrivare fino ad un massimo di 24 mesi), che per quanto riguarda il numero di proroghe (4 al massimo nell’arco dei 24 mesi). La durata massima del tempo determinato si computa sulla base delle mansioni di pari livello e categoria legale affidate a quello specifico lavoratore e ai fini del calcolo vanno cumulati tutti i periodi effettuati da quel lavoratore con contratto a termine “per effetto di una successione di contratti”.

E’ da questa previsione che emerge la necessità di storicizzare tutti i rapporti a termine: è infatti necessario sapere con certezza se il dipendente assunto a tempo determinato ha già lavorato in passato (fin dalla nascita dell’azienda che lo assume) per quello stesso datore di lavoro, inquadrato in quella determinata categoria e con quelle stesse mansioni.

Se l’azienda non tiene conto dei pregressi rapporti di lavoro e assume il lavoratore a tempo determinato, in caso di sforamento dei limiti massimi di legge, l’imprenditore è passibile di sanzione, che nella fattispecie prevede la trasformazione a tempo indeterminato del contratto a far data dal superamento dei limiti di legge.

Attenzione: ai fini del computo e dunque della storicizzazione, contano anche i “periodi di missione aventi ad oggetto mansioni di pari livello e categoria legale, svolti tra i medesimi soggetti, nell’ambito di somministrazioni di lavoro a tempo determinato”. In altre parole, la storicizzazione va fatta sia per i rapporti di lavoro diretti che per quelli mediante somministrazione.

Fondamentale, come sempre, è anche un controllo di quanto prevede in materia di rapporti a termine il contratto collettivo applicato dall’azienda, dal momento che i CCNL possono, per legge, prevedere massimali (e numero di proroghe) diversi da quelli di legge.

La storicizzazione dei contratti a termine deve essere fatta anche per quanto riguarda la causale. L’obbligo di indicare la causale scatta infatti ogni qualvolta si stipuli un contratto a termine con durata superiore ai 12 mesi, ma anche quando si rinnova un contratto a termine, oppure quando lo si proroga per un periodo che sommato a quello iniziale supera i 12 mesi, o ancora, quando si effettua una proroga in un rinnovo di contratto a tempo determinato o quando via sia stato un precedente rapporto in somministrazione a termine.

Il rischio, anche qui, è evidente: se l’azienda non tiene conto dei rapporti pregressi, può stipulare un nuovo rapporto con un lavoratore con il quale ha già avuto in passato rapporti di lavoro a termine e non considerare questo nuovo contratto come un rinnovo, con il rischio che il rapporto di lavoro possa essere trasformato a tempo indeterminato da un giudice in sede di causa di lavoro.

Infine, la storicizzazione è importante anche per il calcolo del contributo addizionale dello 0,50% che, sulla base delle indicazioni del Ministero del Lavoro (circolare 17/2018), va commisurato con il numero di rinnovi effettuati.

A maggior ragione, si può concludere che con le nuove regole e anche alla luce della necessaria storicizzazione dei rapporti di lavoro, con la nuova normativa l’assunzione a tempo determinato è da valutare e ponderare con la massima attenzione.