Assunzione di donne: gli sgravi previsti per il datore di lavoro

Attraverso l’introduzione di varie premialità, la legge di Bilancio 2021 ha reso più vantaggiosa l’assunzione di donne da parte di datori di lavoro privati. Per l’imprenditore che assume una lavoratrice entro il 31 dicembre 2022 lo sgravio contributivo è infatti pari al 100% per un periodo di18 mesi se il rapporto di lavoro viene instaurato a tempo indeterminato, con applicazione delle tutele crescenti.

Lo sgravio contributivo è riconosciuto a patto che l’assunzione riguardi donne lavoratrici over 50 disoccupate da oltre 12 mesi; donne prive di un lavoro regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, se residenti in Regioni ammissibili al finanziamento nell’ambito dei Fondi strutturali o, in alternativa, assunte per una professione o in un settore economico caratterizzato da una forte disparità occupazionale di genere; donne prive di un lavoro regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti.

Così come per altri tipi di agevolazione, lo sgravio è possibile purché il datore di lavoro rispetti determinate condizioni. Anzitutto l’ottemperanza degli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro, poi regolarità del DURC, il rispetto degli accordi e dei CCNL nazionali, territoriali o aziendali e infine l’incremento netto del numero dei dipendenti in forza rispetto alla media dei 12 mesi precedenti, al netto degli eventi derivanti da dimissioni volontarie, invalidità sopravvenuta o decesso del lavoratore, pensionamento per raggiunti limiti di età, riduzione volontaria dell’orario di lavoro, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.

Va ricordato che l’esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico e intermittente.

L’assunzione a tempo determinato delle donne è invece incentivata dalla possibilità di fruire di uno sgravio contributivo del 50%, concesso in via strutturale a tutti i datori di lavoro, comprese le cooperative, ad esclusione della Pubblica Amministrazione.